#02 - Il tessuto


Eccoci qua, dopo lo studio di tutti i termini che ci saranno utili siamo pronti per il primo argomento che vorrei affrontare: il tessuto!

Già mi sembra di sentirvi: Seeee, ma che cavolata, ma cosa vuoi che ci sia da dire?
Beh, c'è da dire molto più di quanto si pensi, molto più di quanto io stessa avessi mai pensato!

Il tessuto è uno strato flessibile formato da uno, due o più sistemi di fili che si incrociano e si intrecciano tra loro in determinate direzioni, a seconda delle varie armature.
Nel linguaggio comune la parola tessuto indica una vasta gamma di prodotti industriali o artigianali, con caratteristiche strutturali notevolmente diverse, ma che ad una osservazione superficiale presentano un aspetto abbastanza simile. E' quindi importante arrivare ad una classificazione o codificazione dei tessuti.

Categorie dei tessuti


  • Tessuti a due o più serie di fili ortogonali tra loro. I singoli fili sono mediamente rettilinei e paralleli alle due dimensioni del tessuto. Questi tessuti prendono il nome di stoffe
  • Tessuti a fili parzialmente rettilinei a tratti paralleli tra loro, e in generale obliqui alle due dimensioni del tessuto. Prendono il nome di trecce. Esempio tipico sono le trecce di fili colorati utile nei porta cucito da viaggio.
  • Tessuti a tre serie di fili. Due di esse sono disposte come nei tessuti di prima categoria e la terza serie a filo con andamento sinuoso. Prendono il nome di garze a giro
  • Tessuti a fili con disposizione sinuosa trasversale. Prendono il nome di maglia in trama
  • Tessuti a fili con disposizione prevalentemente longitudinale. Prendono il nome di maglia in catena
  • Tessuti a fili sinuosi, longitudinali ed avvolti a spirale gli uni con gli altri. Prendono il nome di tulle
  • Tessuti annodati, o reti
  • Tessuti non tessuti, ovvero feltri, pannolenci o tessuti ottenuti mediante fusione

Componenti del tessuto



I tessuti a uno o più fili ortogonali sono costituiti da un intreccio di fili comprendente almeno un ordito e una trama

L'armatura è il modo in cui si intrecciano i fili di ordito con quelli di trama.

L'ordito è un insieme di fili destinati a formare la lunghezza e il verso del tessuto, tesi verticalmente sul telaio. I fili dell'ordito sono solitamente più ritorti e più resistenti di quelli della trama.

La trama è un complesso di fili che nel tessuto si dispongono normalmente perpendicolarmente all'ordito con cui si intrecciano durante la tessitura, mediante il passaggio delle navette contenenti le spole.
La trama forma l'altezza del tessuto, che può generalmente variare da 70cm a 150cm, raggiungendo nella tela per biancheria un'altezza di 240cm e nel tulle 300cm.

La cimosa è la bordatura laterale del tessuto e delle pezze di stoffa (come abbiamo visto qui). Può essere di varie altezze, spesso caratterizzata da un ordito più fitto o da fili di ordito a composizione chimica diversa. Le cimose, oltre a svolgere la funzione di protezione del tessuto da eventuali sfilacciature, consentono di tenere teso il tessuto durante le operazioni di finissaggio (stiratura, lucidatura, apprettatura..) con dei ganci particolari a forma di cugno, che in infilano nella cimosa a rovescio. Infatti sulle cimose delle pezze si notano piccoli fori che presentano, dal diritto, delle fibre sollevate provocate proprio dai ganci metallici penetrati a rovescio [NdB: e io che mi sono sempre chiesta cosa fossero quei forellini... ora lo so ^_^]. Ciò consente anche di determinare in modo semplice il diritto del tessuto


Altezza del tessuto


L'altezza del tessuto è la misura espressa in centimetri lineari che va da una cimosa all'altra. 
L'altezza utile è quella che esclude dalla suddetta misura le due cimose, che possono avere una misura che varia da pochi millimetri a qualche centimetro.
L'altezza del piazzamento è determinata sottraendo alcuni centimetri all'altezza utile del tessuto (solitamente 3 o 4 cm) per avere una maggiore sicurezza per un eventuale sfalsamento degli strati.

Le altezze del tessuto possono essere semplici o doppie. Sono semplici se hanno una misura inferirore a 100cm (solitamente 70-80cm) e sono doppie se hanno una misura superiore a 100cm (solitamente 140-150cm). In genere hanno altezza semplice i tessuti estivi, mentre hanno altezza doppia le lane e le drapperie maschili. Le aziende tessili comunque oggi producono tessuti di 150cm indipendentemente dalla stagione e dalla composizione fibrosa.
Vi sono poi tessuti di altezza massima (da 200 a 300cm) come la tela per biancheria, il tulle o altri tessuti, prodotti sia tramite telai normali sia circolari. Il tessuto viene poi avvolto in doppio su un supporto piatto di cartone [NdB che tute noi conosciamo bene] con il diritto rivolto verso l'interno.

Diritto filo 


Il dritto filo di un tessuto è la direzione che segue l'andamento dell'ordito o della cimosa. E' molto importante accertarsi che la stoffa sia in perfetto dritto filo quando si deve posizionare un modello per il taglio. Se si taglia la stoffa non in dritto filo l'indumento non cadrà bene nè avrà una buona vestibilità.

Telo di taglio


I singoli pezzi dei modelli devono essere posati sul tessuto seguendo le indicazioni del telo di taglio, ovvero del grafico di piazzamento del modello sulla stoffa. E' importante tenere presente che l'ampiezza del piazzamento può venire determinata dall'altezza utile della stoffa. 
Il grado di utilizzo del materiale è il rapporto in percentuale del tessuto utilizzato rispetto a quello non utilizzato (sfrido di produzione). Il metodo più semplice per eseguire un grafico di piazzamento è quello di sistemare le sagome dei modelli, comprensive dei margini per la cucitura, manualmente l'una accanto all'altra. 
le sagome sono poi contornate e tracciate direttamente sulla stoffa.

Alcune note sul verso


In tutti i tessuti va tenuto presente che:
  • la cimosa è sempre dalla parte dell'ordito
  • l'ordito ha sempre maggiore resistenza della trama
  • il filo più ritorno è generalmente quello dell'ordito
  • nei tessuti pelosi il pelo è rivolto sempre verso l'ordito, mai verso la trama
  • nei tessuti rigati l'ordito è parallelo alle righe, quasi mai lo è la trama
  • nei tessuti a quadri il disegno sarà sempre allungato nel verso dell'ordito

Trattamento dei tessuti


Ogni tessuto deve essere trattato in maniera adeguata, nel rispetto della sua composizione. I tessuti si distinguono infatti per le fibre utilizzate nella realizzazione, che sono di varia origine e si possono raggruppare in:
  • fibre chimiche, ovvero prodotte dall'uomo (artificiali e sintetiche)
  • fibre naturali (vegetali ed animali)
Il trattamento di un tessuto prima dell'utilizzo è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese! Vi immaginate di lavorare per giorni ad un vestito complicatissimo che si restringe al primo lavaggio? NO GRAZIE!

Vediamo quindi come gestire ogni fibra in relazione alla sua composizione.

Le fibre artificiali


Le fibre artificiali sono ottenute dalla lavorazione e dalla filatura della cellulosa del legno. Queste sostanze, attraverso procedimenti chimici, sono rese solubili e le soluzioni ottenute, filtrate attraverso forellini piccolissimi, vengono raccolte in un bagno di coagulo che fa rapprendere la sostanza di partenza sotto forma di fili più o meno lunghi. L'inizio dell'industria delle fibre artificiali risale circa al 1984, quando in Francia fu fondata una società per la preparazione di fibre attraverso il procedimento di filatura e coagulazione, sotto forma di fili, di soluzioni dense di nitrocellulosa. Questi fili furono chiamati seta artificiale perché, nonostante la diversa natura, avevano la stessa lucentezza della seta. Successivamente si è cercato di produrre fibre artificiali partendo da proteine animali (latte) o vegetali (soia).
Le fibre artificiali le più famose sono la viscosa e l'acetato. 

  • Proprietà: 
Non sono molto resistenti, si tingono facilmente ma tendono a scolorire. Si stropicciano facilmente e, se non sono stati posti a trattamenti specifici, si possono restringere o allentare. Trattengono il calore del corpo e non sono molto assorbenti: questo li rende poco indicati per la confezione di abiti estivi. Nonostante ciò si modellano bene, pertanto sono ideali nella confezione di abiti con drappeggi. Si possono usare per biancheria intima, abiti, bluse e fodere.

  • Trattamento:
E' opportuno lavare la stoffa a bassa temperatura, non centrifugare e stirare solo se strettamente necessario e solo a vapore.


Le fibre sintetiche


Le fibre sintetiche sono ottenute da composti chimici di sintesi derivati dal petrolio e ridotti in filamenti più o meno lunghi. Si distinguono in base alle materie prime di partenza, organiche o inorganiche, ed ai processi di fabbricazione. Le fibre sintetiche sono entrate in commercio dopo il 1940 e si sono subito affermate per la loro possibilità di dare prodotti con una vasta gamma di proprietà, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Tra le più usate ci sono il poliestere, il nylon, l'acrilico e le fibre poliammidiche. In genere, per la confezione di abiti, queste fibre vengono mescolate con quelle naturali ottenendo tessuti morbidi, ingualcibili e molto resistenti.

  • Proprietà: 
Sono flessibili, leggeri e molto resistenti. Non assorbono l'umidità e trattengono il calore del corpo, pertanto non sono adatti alla confezione di capi estivi se non in mescola con altre fibre naturali. Non si restringono, non si stropicciano e mantengono la pieghettatura, evitando problemi di stiratura. Si tingono bene e per la loro elasticità si usano nella confezione di capi di biancheria intima, costumi da bagno ed abbigliamento sportivo.

  • Trattamento:
Si lavano a mano in acqua tiepida o in lavatrice con un ciclo di lavaggio per delicati a bassa temperatura. Non si candeggiano e non devono essere centrifugati. Si mettono ad asciugare appesi e non è necessario stirarli. Se si usa il ferro da stiro per ridare forma ai capi è opportuno usarlo a bassa temperatura.

Le fibre naturali animali


La lana
La lana è una fibra tessile ricavata dal pelo di alcuni animali (pecora, capra, vigogna, alpaca, coniglio, cammello). Solitamente per lana s'intende quella prodotta dagli ovini, ossia da pecore e capre d'allevamento.
La qualità della lana dipende prima di tutto dalla razza dell'animale, quindi dalla parte del corpo da cui viene prelevata. La più pregiata è quella del dorso. Di minor valore quella dell'addome e delle zampe.
La valutazione qualitativa della lana dipende prima di tutto dalla finezza del filamento, dalle increspature e dalla lunghezza. Una loro importanza hanno anche la bianchezza, l'elasticità, la resistenza alla trazione e alla torsione, l'assenza di peli. Le lane più pregiate sono destinate all'industria tessile, quelle di qualità inferiore si utilizzano per imbottiture. Le industrie laniere sfornano in sostanza due tipi di tessuti: il cardato e il pettinato, frutto di due processi di lavorazione diversi.


  • Lana di vicũna
In assoluto, la lana più pregiata è la vicũna (si pronuncia “vicugna”). E’ prodotta dal pelo del più piccolo dei camelidi che vive sulle Ande allo stato selvaggio ed è difficilissimo da catturare.
La lana della vigogna veniva utilizzata dagli antichi inca per tessere le vesti del re. Ai sudditi era infatti proibito indossare indumenti fabbricati con questa particolare lana. Fu proprio per questo che, esattamente come accade oggi, anche ai tempi degli inca la vigogna era un animale protetto.
Foto tratta da 500px.com
Il valore del manto, allo stato grezzo, raggiunge i 400 dollari al chilogrammo, rendendolo uno tra i più cari in commercio.

  • Lana di alpaca
Si ottiene dal pelo di un camelide che vive nelle Ande
Foto tratta da Animal Wildlife

  • Il cachemire
La fibra del cachemire proviene da una razza di capre che vive in Tibet, Cina, Mongolia e Iran, anche se il nome è indiano. Il Kashmir infatti è una regione dell'India settentrionale, dove nel XV secolo questa razza di preziose capre cominciò a espandersi. Oggi, però, il cachemire più pregiato non viene più da questa regione, ma dall'Estremo Oriente. Due volte l'anno a Canton, in Cina, si tengono le grandi aste internazionali della lana di cachemire, durante le quali si vendono balle da 50, 100 e 200 chili di fibre.
La cachemire è una capretta vellutata che vive alle alte quote e che, nonostante numerosi tentativi, non ha mai voluto saperne di adattarsi ai climi europei. Nelle zone in cui vive, la temperatura tocca durante l'inverno anche 30 gradi sottozero. Più i pascoli sono tormentati dal vento gelido, più caldo e soffice viene il cachemire.
In primavera i tosatori, armati di pettine, prelevano la lanugine che si è formata nel sottopelo delle capre per proteggersi dal freddo. Ogni capra fornisce in media 200 grammi di cachemire, di cui 110 sono usati per la manifattura e il rimanente per altri usi. Quindi non c'è da stupirsi se il maglione in cachemire costa così caro: per farlo occorrono sette caprette e cinque chilometri e mezzo di filo, pari a circa 300 grammi di pelo.Una volta giunto in Occidente il cachemire viene trattato, tinto e oliato per renderlo più morbido.
La sua finezza è inferiore soltanto alla vicũna.

  • Lana d'angora
È il coniglio d'angora l'animale da cui si ricava l'omonimo pelo, particolarmente soffice al tatto e molto calda. Il Paese in cui se ne produce di più è la Cina, ma in passato (fino alla vigilia della seconda guerra mondiale) anche gli allevamenti italiani, in Toscana e Veneto, erano molto apprezzati.
La tosatura di questo animale (di cui non si conoscono le origini) viene eseguita ogni tre mesi, semplicemente pettinandolo. Proprio come molti fanno con il loro cane o il loro gatto. Ogni coniglio d'angora produce in media 300 grammi di fibra e la sua produttività dura una decina di anni.

  • Lana mohair
È una capra che popola da oltre 2000 anni le regioni turche intorno ad Ankara, da cui prende il nome. Oggi questa razza viene allevata anche negli Stati Uniti e in Sudafrica.
La fibra mohair è meno arricciata rispetto alla lana, è liscia al tatto, lucida e ha un colore bianco trasparente.  Ma le sue caratteristiche sono, tutto sommato, molto simili a quelle della lana di pecora, specialmente per il calore, la resistenza e l'elasticità.

  • Lana di cammello (o camelhair)
Tessuto lavorato con il pelo del camelide a due gobbe, che vive nei deserti dell'Asia centrale. Il pelo è di due qualità: quello di superficie è più grossolano, mentre quello sottostante è più morbido e molto fine. Il pelo del dromedario, che ha una sola gobba e vive in africa, è invece più scarso.

  • Lana d'agnello (lambswool)
Lana tratta dalla lavorazione del pelo d’agnello, tosato intorno ai 4 mesi di vita. Per alcune lavorazioni, è più apprezzato rispetto alla lana di pecora in quanto più morbido e pregiato.

  • Trattamento della lana

Si lava brevemente a bassa temperatura con poco detersivo per delicati. Non deve essere strofinata ma premuta delicatamente con le mani. Risciacquare bene in acqua fredda.
Non va strizzata nè torta, ma appoggiata su un panno affinché si asciughi, lontana da fonti di calore.
In alternativa è possibile avvolgerla per 5 ore in un telo bagnato, per poi farla sempre asciugare in piano.
Si taglia con il verso del pelo in giù



La Seta
Fibra animale prodotta dal baco da seta. Il baco appena nato è un verme che mangia unicamente le foglie del gelso. In 3\4 settimane diventa adulto ed inizia a cercare un posto dove preparare il bozzolo.  
Da un' apertura situata sotto la bocca il baco secerne una bava sottilissima che, a contatto con l'aria, si solidifica e che, guidata con movimenti ad otto della testa, si dispone in strati formando il bozzolo. Il baco impiega 3\4 giorni per preparare il bozzolo formato da circa 20\30 strati concentrici costituiti da un unico filo, ed è questo ad essere utilizzato nella realizzazione del filo di seta.
Foto tratta da Agricoltura oggi
Ci sono tre diversi tipi di filo di seta:
  • seta d'allevamento, che è la più regolare e di massimo impiego; 
  • seta tussah, ottenuta da bozzoli di bachi che vivono allo stato naturale, con filo grosso ed irregolare;
  • seta doppia (shantung) ottenuta dal fenomeno naturale di due bachi che filano insieme lo stesso bozzolo, il cui filo presenta delle "fiammature" caratteristiche. 
La seta riflette la luce con uno splendore inimitabile ed assorbe facilmente le tinture con grande ricchezza di sfumature. L'elasticità del filo di seta conferisce al tessuto una particolare resistenza ed il semplice contatto dell'aria gli consente di mantenere la sua freschezza anche senza stiratura. 

La seta per la sua morbidezza permette una caduta perfetta degli orli ed un facile drappeggio. Non resiste alla luce solare e si macchia con il sudore. E' anallergica e trattiene il calore del corpo.

  • Trattamento

E' preferibile lavare a secco i capi di seta.
In caso di lavaggio in acqua, prima di immergere interamente i capi, è opportuno verificare la solidità dei colori bagnando solo un angolo. I capi si lavano con acqua tiepida e sapone neutro; non devono essere strofinati o torti.
Vanno poi sciacquati in acqua tiepida o fredda con l'aggiunta di un cucchiaio di aceto, avvolti in un asciugamano asciutto per togliere l'acqua in eccesso e stesi ad asciugare.
La seta deve essere stirata sempre da rovescio e ancora leggermente umida. Attenzione alla temperatura del ferro da stiro che deve sempre essere tiepida.

Le fibre naturali vegetali


Il Cotone
E' una fibra vegetale ottenuta dalle capsule mature della pianta del cotone.
Quando la pianta è matura si apre in 4 parti mostrando il batuffolo di cotone. In seguito alla raccolta il cotone viene sgranato, ovvero separato dai semi, e infine cardato e pettinato in modo da eliminare tutte le impurità. La lunghezza delle fibre di cotone è molto importante commercialmente, perché si ottengono filati tanto più pregiati quanto più la fibra è lunga. Le più vaste coltivazioni di cotone si hanno in America, India, Cina, Egitto, Pakistan, Sudan ed Europa Orientale.
Composto per il 95% di cellulosa, il cotone è leggero, morbido ed assorbente. La fibra di cotone è meno robusta del lino, è poco elastica e pertanto si sgualcisce. I lavaggi frequenti e l'esposizione al sole tendono a scolorire i tessuti di cotone. I tessuti di cotone si usano nella confezione di biancheria per la casa e di capi di abbigliamento estivo, specialmente femminile.
Normalmente, i capi di cotone bianco per la casa o l'abbigliamento si lavano in lavatrice a 60°, mentre i tessuti colorati si lavano a temperature più basse. Solitamente si stirano sul diritto. I capi scuri vanno stirati prima sul rovescio poi sul dritto, con un panno, per evitare che il calore del ferro lucidi il tessuto. I capi di biancheria e di abbigliamento bianchi si possono inamidare per dare maggiore consistenza al tessuto ed evitare che si sgualciscano facilmente. 
Foto tratta da Repubblica
Il Lino
E' ricavata dal fusto di una pianta poco ramificata e con piccoli fiori, di un colore variabile dal bianco all'azzurro intenso, che fioriscono solo per un giorno. La pianta del lino viene estirpata dal terreno in modo di avere la massima lunghezza della fibra. Dopo la macerazione avviene la separazione delle fibre tessili dai residui legnosi e quindi la pettinatura che elimina le impurità.
Le fibre di lino si mescolano a cotone, lana, seta, viscosa e poliestere e questi filati di mischia permettono di ottenere molti tipi di tessuto. La combinazione di due fibre consente di avere una consistenza ed un aspetto differenti da quelli ottenuti con filati semplici.
Composto per il 70% di cellulosa, non provoca allergie, assorbe l'umidità e lascia traspirare la pelle: pertanto è indicato per la confezione di capi estivi, lenzuola, tovaglie, asciugamani e fazzoletti. Molto resistente, soprattutto se bagnato, può essere lavato moltissime volte senza alterarsi, anzi diventa sempre più morbido, cosa importantissima per i capi di abbigliamento e di uso quotidiano che richiedono lavaggi frequenti. Ha bassissima elasticità, pertanto i tessuti in lino non si deformano. 
Normalmente i capi in lino bianco si lavano in lavatrice a 60° C, mentre quelli colorati a temperature inferiori. I capi bianchi si stirano umidi con ferro ben caldo, anche a vapore, prima sul rovescio, poi sul diritto. I capi colorati, soprattutto se scuri, andranno stirati solo sul rovescio. Non serve inamidare il tessuto perché con la stiratura il lino tornerà sostenuto. 
Foto tratta da CreazioniSilk
La canapa
Fibra tratta dal fusto della pianta omonima. Prima dell'avvento del proibizionismo della cannabis essa era diffusa nel mondo come materia prima per la produzione di carta, essendo una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata. Le sue fibre inoltre hanno costituito per migliaia di anni importanti grezzi per la produzione di tessili e corde. Oggigiorno sono coltivabili legalmente per usi tessili varietà selezionate di cannabis libere da principi psicoattivi.

La juta
Fibra tratta da una pianta delle tagliacee. Come per il lino e la canapa, la materia tessile per la produzione si ricava dal fusto della pianta.Circa l'85% della produzione mondiale di iuta è concentrata nel delta del Gange: principali paesi produttori sono quindi Bangladesh India, e in misura  minore Cina, Thailandia, Pakistan, Nepal e Bhutan. La iuta è altamente igroscopica, di colore bianco, giallognolo o bruno. 

Il ramiè
Tratta da una pianta erbacea, simile all'ortica e di provenienza asiatica, dalla cui corteccia si ricava una fibra tessile. Nell'Estremo Oriente viene anche utilizzata come pianta ornamentale. 


  • Trattamento dei tessuti vegetali


I cotoni, i lini e comunque le fibre vegetali sopportano una temperatura più alta di lavaggio. Il primo lavaggio inoltre deve essere fatto ad elevata temperatura (fino a 90°), affinché il tessuto si restringa al massimo se è destinato a farlo. 


E con questo siamo arrivati alla fine dell'approfondimento sui tessuti. Una faticaccia vero?
Vi sembra che sia una panoramica esaustiva? 
Qualcosa da aggiungere, da modificare, da correggere?
Come sapete l'obiettivo è la condivisione quindi le porte sono spalancate ^_^

Appuntamento al primo mercoledì di novembre, con un approfondimento sugli strumenti da lavoro, gli indispensabili e quelli che possono non esserci, ma se ci sono di certo danno una mano!

Con i post normali invece ci si rilegge mercoledì!
Buonissima settimana a tutti

43 commenti:

  1. informazioni interessanti...pero' non sono riuscita a leggerlo tutto e quindi me lo sono salvato sul desktop per leggerlo con calma.
    grazie per le info non si finisce mai di imparare.
    un saluto e ho visto il tuo post sull'iniziativa Fb di Barbara Gianni

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    1. Grazie a te :) Io ci ho messo parecchio a recuperare tutte le informazioni, mi rendo conto che non è di immediata lettura!
      Un grande abbraccio
      Babi

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  2. ...non si finisce mai di imparare! Grazie Babi!...sai che a me piace molto il tessuto in ramiè? Ha un bell'effetto! :)

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    1. Grazie a te ^_^
      E' proprio vero ha un bellissimo effetto!
      Un abbraccione
      Babi

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  3. ........ un vero e proprio "trattato"...... utilissimo sicuramente.
    Un abbraccio

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    1. Beh insomma non esageriamo!!
      Diciamo che ho fatto del mio meglio!
      Baci dolce Lella

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  4. Woooooooow!!!! Nn avevo idea che esistessero tutti questi tipi di tessuto!!!
    Oddio quant'è carina la prima bestiola della foto :D
    Baciiii

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    1. Ahahahaha anche secondo me è carinissima, per questo ho scelto la sua foto!!!
      Baciottoli

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  5. Brava informazioni davvero interessantissime !!!!!!!!!!!!! Robby

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  6. Interessantissimo, ho imparato un sacco di cose. Io ho una domanda che mi assilla da un secolo: il lino, ha un dritto e un rovescio? Quando mi arrivano le pezze da ricamare non so mai quale sia la "facciata" e quale il retro

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    1. Io credo (credo, quindi prendi le mie parole con le pinze) che anche il lino abbia un diritto e un rovescio, e che in generale il rovescio possa avere qualche pelino in più. Io in genere mi regolo con la cimosa, per non sbagliare!
      Se però qualcuna ha informazioni certe in merito al lino allora noi siamo qui e accettiamo tutti i consigli!
      Baci baci

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    2. Figurati ^_^ è un piacere!!
      Baci

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  7. Interessante, molto!bella idea!

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  8. Complimenti!!!!!!!! Un vero trattato, interessantissimo e molto utile. Sei sempre più forte Babi. Bacioni. Emi

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    1. Grazie stella!!! Sei troppo carina, come sempre!!!
      Un baciotto

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  9. wow, ma quante cose non sapevo?? grazie per questo post!!
    Clelia

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    1. Grazie a te!! Io nemmeno sapevo tutte queste cose, ma sto studiando ^_^
      Baciotti

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  10. Complimenti un bel lavoro!!! tanto per parlare, ci sono anche i tessuti bio, e i tessuti di bambù.
    Ciaooo

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    1. Hai ragione, il bamboo mi è proprio sfuggito!
      Per bio invece cosa intendi? Mi sfugge...
      Baci

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  11. Un trattato in piena regola!
    Molto utile!
    Grazie ed un abbraccio Maria

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    1. Grazie a te!!! Ho fatto quelo che potevo, un abbraccio
      Babi

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  12. Interessantissimo tutto quello che ci hai scritto,un lavorone bravissima e grazie!!alcune cose non le sapevo...e non avevo mai visto i fiori di lino...bellissimi!!

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    1. Grazie a te! Anche a me hanno affascinato moltissimo i fiori del lino, per questo ho scelto la foto!
      Un abbraccio
      Babi

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  13. Una faticaccia non certo per noi, leggo volentieri i tuoi articoli e mi piace apprendere tantissime cose che non so, grazie!

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    1. Grazie a te, e di cuore ^_^
      Anche a me piace imparare sempre cose nuove, per questo credo nella condivisione!
      Baciotti
      Babi

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  14. caspita che meraviglia di articolo!!!
    molto prezioso. grazie!

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  15. Post chilometrico ma molto esaustivo! Da riprendere in mano al momento della scelta della stoffa :-)

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    1. Grà, soprattutto nel momento del trattamento pre taglio ^_^
      Baci baci

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  16. Grazieeee... informazioni utilissime!!

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  17. Ciao! Salvato anche io per leggerlo con calma, anche se all'inizio, una cosa mi ha colpita: l'altezza della trama, che tu scrivi arrivare nel tulle a 3metri.
    io compro dei tessuti qui, che uso per le tende, e se non sbaglio, arrivano ai tre metri. Sono in cotone.
    Ma rileggerò tutto con molta calma!! Grazie per le info!!

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    1. Uhm, in effetti non saprei dirti se qui da me trovo il cotone alto tre metri, ma l'unica spiegazione che mi viene in mente è che, essendo il trattato da cui prendo spunto per molte cose un po' vecchiotto, magari ora le cose sono diverse...
      Mi informerò, un abbraccio
      Babi

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  18. Quante notizie che non conoscevo! Copio e tengo in archivio perchè tutto non imparo in una volta ma in caso di necessità tornerò a leggere!!!
    Un sorriso
    Anna

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    1. Io pure ho avuto bisogno di tempo per metabolizzare il tutto!!!
      Un abbraccio
      Babi

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  19. grazie mille. non conoscevo tutti questi tipi di tessuto (e nemmeno il senso del taglio!)

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  20. Info davvero interessanti ma anche io me lo leggo con calma appena riesco ad avere due minuti..

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    1. Grazie mille ^_^
      Spero che possa essere utile,
      baci baci

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Grazie di cuore per il tuo commento ^_^
Rispondo sempre a tutti via mail, se non ricevi una mia risposta entro alcuni giorni controlla di non essere un "noreply-blogger"!